L'olio d'oliva italiano ha un'immagine forte, di qualità e di tipicità, eppure negli ultimi anni sta soffrendo la competizione con Paesi produttori più aggressivi, come la Spagna e la Tunisia. Se nel mercato del basso costo le porte per l'Italia sono ormai chiuse, si aprono delle prospettive interessanti altrove.
Tonnellate di olio resteranno invendute
Con il mondo alle prese dalla pandemia di Covid-19, la produzione europea di olio d'oliva lo scorso anno è stata di poco superiore a 2 milioni di tonnellate, in crescita del 7% rispetto al 2019, secondo i dati della Commissione europea. Non è il dato più alto di sempre, ma vede il nostro Paese in affanno e superato in produzione anche dalla Grecia. Secondo Bruxelles, nonostante questo, in Italia all'avvio della prossima campagna olivicola, dovrebbero rimanere invendute 85 mila tonnellate di olio extra vergine di oliva, nonostante i consumi siano tornati a crescere del 5%, arrivando a 500 mila tonnellate. Assistiamo a una apparente contraddizione: da un lato alte giacenze di olio nazionale, dall'altro crescita dei consumi; questo è dovuto all'intensificarsi delle promozioni di extra vergine comunitario sugli scaffali dei supermercati che hanno orientato le scelte dei consumatori. In sintesi, consumiamo più olio, ma non italiano.
Le riaperture dei Ristoranti invertiranno il trend?
Il ritorno alla normalità, con le riaperture dei ristoranti dovrebbero invertire il trend; qualche segnale già si vede, ad aprile infatti, secondo i dati della Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole, le vendite all'ingrosso hanno superato le 8mila tonnellate, il doppio rispetto a gennaio. A subire poco le chiusure dei ristoranti, in questa fase, è stato soprattutto il segmento degli oli a denominazione di origine, che non hanno faticato a vendere il loro prodotto. Restano nelle cisterne dei produttori poco più di 10 mila tonnellate, concentrate soprattutto in Puglia, Sicilia e Toscana ma le giacenze dovrebbero toccare il minimo storico con l'avvio della nuova campagna olearia.
Un mercato maturo dove l'Italia può crescere: gli Usa
Quanti di voi hanno visto immagini in cui star di Hollywood acquistano olio extravergine e altri prodotti alimentari con marchi italiani, per la loro alimentazione quotidiana? Gli Stati Uniti sono e continueranno a rappresentare un mercato straordinario per l'olio nazionale. Gli Usa infatti, toccano il massimo di sempre delle importazioni di olio d'oliva con quasi 400 mila tonnellate nel 2020. L'Italia, in questo mercato, resta leader nel settore delle bottiglie, mentre soffre su quello dello sfuso.
Tra mercato nazionale ed estero, insomma, si aprono prospettive interessanti, dopo le notevoli difficoltà degli ultimi mesi, per le piccole e medie imprese dell'olio d'oliva italiano, proprio alla vigilia di una campagna olearia che si preannuncia di carica in molte regioni.